domenica 4 maggio 2014

Forse non tutti sanno che... un diamante può essere fluorescente



Non bisogna certo essere gemmologi per sapere di cosa parliamo quando si nomina un diamante.
La pietra preziosa per eccellenza, la gemma senza dubbio più nota anche tra i non addetti ai lavori.
Che sia montato su un ciondolo, un anello di fidanzamento o un regalo per un compleanno importante, quasi tutti, nel corso della nostra vita, prima o poi veniamo in contatto con questa pietra.
Non tutti però conoscono le caratteristiche e le diverse proprietà che questa meraviglia gemmologica possiede e che contribuiscono a conferirgli il suo impareggiabile fascino.

A qualcuno di voi sarà capitato di andare in discoteca o sotto la lampada abbrozzante e vedere il proprio anello emettere degli strani bagliori.
Non c'è da allarmarsi, non si tratta di pietre sintetiche e di imitazioni del diamante ma, al contrario, siete di fronte ad un fenomeno del tutto naturale.

La fluorescenza è infatti un fenomeno naturale che interessa circa 1/3 dei diamanti usati in gioielleria e
consiste nella proprietà della pietra di emettere luce visibile quando esposta ai raggi ultravioletti UV.

In base all'intensità della luce riemessa, vengono determinati, per mezzo di pietre di paragone, cinque gradi di fluorescenza: nulla  - debole  - media  - forte - molto forte.












Anche se la maggior parte delle pietre fluorescenti presentano una colorazione blu, dal debole all'intenso, sono presenti anche diamanti con fluorescenza rosa - rosso.



Quindi anche se non immediatamente percepibile, la fluorescenza è una caratteristica importante che determina l'aspetto della pietra e il modo in cui appare ai nostri occhi.
Se parliamo per esempio di diamanti tendenti un po' al giallognolo, una leggera fluorescenza blu può migliorarne sensibilmente il colore e può quindi essere considerata quasi un valore aggiunto. Di contro, una fluorescenza molto forte può arrivare a far apparire lattiginoso e poco gradevole alla vista, anche il diamante più bianco.





In definitiva possiamo considerare la fluorescenza come una caratteristica da tener presente quasi escllusivamente quando si acquista una pietra da investimento, mentre la maggioranza dei diamanti, vengono venduti per celebrare un evento o per fermare nel tempo un momento speciale e quindi per essere indossati e renderci felici!






a flòuorescenza è la proprietà di alcuni diamanti (circa 1/3 dei diamanti esistenti) di emettere una luce visibile se e quando esposti a raggi ultravioletti (UV).
Una fluorescenza lieve o molto lieve non ha effetti di rilievo sulla bellezza del nostro diamante, mentre una forte fluorescenza è da evitare soprattutto per colori alti. Inoltre potrebbe metterci in imbarazzo se ci troviamo in discoteca e ci accorgiamo che la pietra emette una strana luce bluastra più o meno evidente.
Un diamante senza fluorescenza è preferibile, ma normalmente pietre con fluorescenza Slight (lieve) o Very Slight (molto lieve) tendono a costare un po' meno senza che questo però comporti perdità di qualità. E' in definitiva una scelta che possiamo fare senza porci troppi problemi. Ricordiamoci infine che abbiamo in mente l'acquisto di un diamante per un gioiello e non a scopo di investimento cosa che ci porterebbe a fare altre considerazioni in tema di fluorescenza.
- See more at: http://www.18carati.com/it/blog/scegliere-il-diamante-ideale.html#sthash.P9cPFV6u.dpuf
a flòuorescenza è la proprietà di alcuni diamanti (circa 1/3 dei diamanti esistenti) di emettere una luce visibile se e quando esposti a raggi ultravioletti (UV).
Una fluorescenza lieve o molto lieve non ha effetti di rilievo sulla bellezza del nostro diamante, mentre una forte fluorescenza è da evitare soprattutto per colori alti. Inoltre potrebbe metterci in imbarazzo se ci troviamo in discoteca e ci accorgiamo che la pietra emette una strana luce bluastra più o meno evidente.
Un diamante senza fluorescenza è preferibile, ma normalmente pietre con fluorescenza Slight (lieve) o Very Slight (molto lieve) tendono a costare un po' meno senza che questo però comporti perdità di qualità. E' in definitiva una scelta che possiamo fare senza porci troppi problemi. Ricordiamoci infine che abbiamo in mente l'acquisto di un diamante per un gioiello e non a scopo di investimento cosa che ci porterebbe a fare altre considerazioni in tema di fluorescenza.
- See more at: http://www.18carati.com/it/blog/scegliere-il-diamante-ideale.html#sthash.P9cPFV6u.dpuf

domenica 27 aprile 2014

La Maison Fabergè



In questo periodo di feste appena terminate, più volte mi sono venute alla mente le immagini di uova preziose e dalla storia leggendaria.
Quanti di voi hanno sentito parlare almeno una volta delle uova di Fabergè?
Avvicinarsi alla loro storia è affascinante e coinvolgente come leggere un romanzo e alcune di esse sono delle vere e proprie opere d'arte, sogno proibito di collezionisti di tutto il mondo.




La maison Fabergè è una storica casa di gioielleria russa fondata nel 1842 da Gustav Fabergè.
Il gioielliere conobbe un notevole successo da quando nel 1872 lo Zar Alessandro III commissionò a suo figlio Peter Carl, la produzione di uova di pasqua preziose.

Per i cristiani Ortodossi l’uovo di Pasqua è molto più che una celebrazione alla fine del digiuno, è una vera e propria dichiarazione della Resurrezione di Cristo.
Nelle classi agiate e tanto più nella famiglia imperiale, anzichè scambiarsi uova di galline benedette durante la liturgia, si diffuse l'usanza di scambiarsi uova gioiello, realizzate con materiali preziosi.






























Il primo uovo fu commissionato dallo zar Alessandro III , come sorpresa di Pasqua per la moglie Maria Fyodorovna. L'uovo, di colore bianco con smalto opaco, aveva una struttura a scatole cinesi o a matrioske russe: all'interno vi era un tuorlo tutto d'oro, contenente a sua volta una gallinella colorata d'oro e smalti con gli occhi di rubino. 
Quest'ultima racchiudeva una copia in miniatura della corona imperiale contenente un piccolo rubino a forma d'uovo.

 


La leggenda vuole che la zarina fu così contenta di questo regalo che Fabergé fu nominato da Alessandro "gioielliere di corte", e fu incaricato di fare un regalo di Pasqua ogni anno da quel momento in poi, con la condizione che ogni uovo doveva essere unico e doveva contenere una sorpresa.Da allora fino al 1917 ne furono realizzate ben 57. 


La preparazione delle uova occupava un intero anno. Una volta che un progetto veniva scelto, una squadra di artigiani lavorava per montare l'uovo.Così come voluto dalla zarina, i temi e l'aspetto delle uova varia ampiamente. Ci sono uova dedicate alla celebrazione di compleanni e anniversari o incoronazioni, ma anche realizzate per celebrare una particolare impresa o un evento dell'anno passato.




 



























Altra peculiarità delle uova è la loro struttura a matrioske e le sorprese contenute; a volte gioielli da indossare ma anche miniature o pietre preziose.





A partire dal 2006 appena ventuno uova erano ancora in Russia fino a quando un imprenditore russo ne acquistò nove precedentemente possedute dall'editore americano Forbes, facendole ritornare così in Russia.
Oggi altre collezioni più piccole si trovano in alcuni musei degli Stati Uniti, quattro uova sono nelle collezioni private mentre otto mancano ancora e sono considerate quindi disperse...anche questo contribuisce ad alimentare il fascino e la leggenda di queste opere d'arte preziose!




Tosti Gioielli











domenica 13 aprile 2014

Fulco di Verdura


Una delle nostre passioni è stata da sempre la storia della gioielleria e, in linea con il nostro modo di intendere il gioiello, siamo spesso attratti da quelle personalità poco note al grande pubblico ma capaci di idee così innovative da ispirare ancora oggi designer di gioielli e bijoux.

Oltre ai nomi noti delle grandi Maison di gioielleria infatti, la storia del costume è popolata da personaggi poco conosciuti ma dal fascino impareggiabile e talmente visionari da ispirare con la loro originalità e audacia creativa, molti degli accessori presenti nelle riviste e che indossiamo oggi.

Fulco Santostefano della Cerda Duca di Verdura fu un disegnatore di gioielli e frequentatore di salotti parigini noto per la sua vita leggendaria e le sue amicizie con personaggi quali Coco Chanel e Salvador Dalì.
Erede di una delle più grandi famiglie dell'aristocrazia palermitana, è noto per aver disegnato gioielli indossati dalle celebrità di Hollywood, commissionati da ricchi magnati e regnanti di tutta Europa.

 






 



















La natura è la sua più grande fonte di ispirazione: animali, uccelli, piume, ali, foglie, conchiglie, fiori e frutti sono essenze colte e trasformate in capolavori.


Si ispira poi ai capolavori dell'arte barocca siciliana, alle tele del Tiepolo o al mondo principesco della sua infanzia in Sicilia. Ogni aspetto del reale può essere travolto e catapultato in un mondo magico.










Celebre il gioiello realizzato per Coco Chanel, un capolavoro che segnò l'inizio della loro grande amicizia e che viene prodotto ancora oggi: un bracciale in smalto bianco sormontato da una croce bizantina ispirata al tour compiuto dai due nella vecchia Europa, rifinita con smeraldi, zaffiri, topazi, ametiste, acquemarine e rubini.La storia vuole che Coco Chanel nei primi anni Trenta portò al designer di origine aristocratica, tutti i gioielli ricevuti in regalo dai suoi passati amanti, per farli rimontare. Uno dei pezzi ottenuti fu proprio il bracciale in questione, il Maltese Cross Cuff, così riuscito da diventare oggetto di distinzione per Verdura e per la stessa Coco, che ne indossava uno su ciascun polso.


Dall'amicizia con il musicista Cole Porter, ispirati alla sua più nota composizione Night and Day, nascono i celebri gemelli in oro, diamanti e smalti: un gioiello ancora oggi prodotto e venduto in tutto il mondo.









Dopo la notorietà internazionale, conferitagli dalla collaborazione con Chanel, divenne, nell'ultima parte della sua vita, il gioiellerie di scena di Hollywood; Katherine Hepburn, Lana Turner, Greta Garbo e tante altre famose attrici hanno indossato gioielli disegnati appositamente per i loro film.














Quello che rende Fulco di Verdura attuale e a noi particolarmente affine è l'accostare materiali preziosi a quelli meno nobili per creare oggetti unici. Dimostrò al mondo che tutto poteva “essere” un gioiello: sassi semipreziosi, perle barocche, conchiglie ma anche legno, smalto e cuoio potevano divenire autentici capolavori.




domenica 6 aprile 2014

Le perle naturali...forse non tutti sanno che...


Forse non tutti sanno che esistono perle naturali prodotte da molluschi rarissimi, che hanno una colorazione e un aspetto molto diverso dalle perle che siamo abituati a vedere.


Oggi la quasi totalità delle perle in commercio, quelle che vediamo nelle vetrine o indosso ad un amica, sono perle coltivate cioè prodotte da un mollusco grazie però all'intervento dell'uomo. A seconda poi del tipo di mollusco, possiamo avere le classiche distinzioni tra perle di acqua dolce, di mare, Australiane e perle grigie di Tahiti.

Così quando oggi si parla di perle naturali (cioè formatesi nel mollusco casualmente, in risposta all'intrusione di corpo estraneo) si pensa a quelle che si possono ammirare nei musei o nelle aste di gioielli antichi.

Invece esistono diversi tipi di perle rarissime e poco conosciute ma sempre prodotte da molluschi ancora oggi non innestati dall'uomo come le perle melo melo, e le perle conch.
In entrambi i casi si tratta di concrezioni calcaree prodotte in risposta all'intrusione di un agente irritante all'interno di un mollusco; siamo quindi di fronte a delle gemme naturali uniche e straordinarie.


Le Melo Melo sono prodotte da una lumaca gigante (la Melo Melo Zebrata appunto) che vive nelle acque della Cina. Sono generalmente di dimensioni medio grandi, possono misuare da 8 a 40 mm, e hanno forme da ovali a rotonde.
I colori delle perle Melo Melo vanno da marrone scuro ad arancione che rappresenta la colorazione più ricercata. Come succede  per le perle Conch, il colore di queste perle tende a sbiadire nel tempo.


Le perle Conch sono prodotte dal mollusco Strombus Gigas che vive nel mar dei Caraibi. Sono principalmente piccole e di forma ovale barocca e generalmente, sono di colore rosa, giallo, marrone o bianche. La colorazione più ricercata è quella salmone o rosa-arancione.
Una caratteristica principale del colore delle perle di Conch è la struttura a fiamma nel colore, una sorta di intensa luminescenza che corre sulla loro superficie e che le rende uniche.


Nonostante i numerosi tentativi compiuti, ad oggi non è stato possibile coltivare questo tipo di perle; se dovesse quindi capitarvi di vedere un gioiello di questi tipo potete essere certi di essere di fronte ad una rarità gemmologica!



domenica 30 marzo 2014

L'argento...forse non tutti sanno che...

Sapevate che l'argento è da tantissimi anni considerato un potente antibiotico naturale?
Proprio per questa sua caratteristica l'esercito romano adoperava per i propri pasti dei semplicissimi piatti d'argento cosi da godere di una salute migliore rispetto ai soldati che invece si nutrivano su piatti di metallo considerati meno nobili.
Infatti, fin dall'antichità si era notato che le famiglie che utilizzavano utensili in argento per i pasti erano quelle che si ammalavano di meno e per loro le infezioni erano rare.
Talvolta il cibo veniva non soltanto servito su piatti in argento ma anche conservato in contenitori in argento, questo perché nel tempo, piccole quantità di argento si mescolavano ai cibi e dopo una o due generazioni, i suoi benefici rendevano immuni le stesse generazioni da malattie infettive.
I lignaggi reali venivano chiamati di "Sangue Blue" per la caratteristica tinta bluastra del loro sangue dovuta a minime tracce di argento puro, conseguenza dell'utilizzo di stoviglie in argento, a differenza della comune gente dal "Sangue Rosso" che mangiava da piatti in terracotta utilizzando utensili in ferro.
Da allora anche la Chiesa Cattolica iniziò ad utilizzare l'argento per i suoi calici e le vaschette dell'Eucarestia al fine di prevenire il diffondersi delle malattie infettive tra i preti e praticanti; i Pionieri invece usavano inserire nei contenitori dell'acqua e del latte una moneta d'argento per prevenire la crescita di alghe e batteri.





Quindi l'argento è VERAMENTE un antibiotico?

Ebbene si l'argento colloidale è stato sperimentato in varie malattie, fra cui i numerosi disturbi agli occhi, alle vie respiratorie, alla pelle, all'apparato locomotore e al sistema nervoso; può essere usato nella terapia ma anche nella prevenzione delle malattie, dato che sostiene e alleggerisce il sistema immunitario.
Oggi, per le sue caratteristiche di alta tossicità, non viene utilizzato in ambito sanitario, ma ne è permesso l'impiego negli strumenti chirurgici e negli inserti ortopedici.
Infatti l'argento viene utilizzato anche dalle compagnie aeree per i filtri dell'acqua (in argento) per circoscrivere le infezioni batteriche; anche l'industria elettrica e fotografica utilizza l'argento in quanto esso è fonte di elettricità e ha una forte sensibilità alla luce.
Proprio grazie alle sue proprietà antibatteriche, fungicidi, igienizzanti e di conduzione di calore ed elettricità, viene utilizzato ancora oggi in vari e molteplici campi, dai prodotti elettronici ai materiali tessili e abbigliamento, dai materiali di costruzione ai materiali sanitari e via dicendo.
In conclusione se avete fa fortuna di possedere oggetti di questo metallo eccezionale, usatelo con disinvoltura, per la vostra salute, per la gioia dei vostri occhi e per i vostri ospiti e, perché no, per dare anche ai vostri figli la possibilità di diventare dei "Sangue Blue"!

Tosti Gioielli